Sul mangiare molto o poco: ognuno dovrebbe trovare la propria misura, apprendendo l’arte di stare nel mezzo.
[…] Per fortificare le mie ragioni allegava questi due proverbi naturali e verissimi: l’uno è che chi vuole mangiare assai bisogna che mangi poco, ché questo si dice non per altra ragione se non perché il poco mangiare fa vivere assai, e vivendo assai si viene a mangiar molto; l’altro, che giova più quel cibo che resta da mangiare, quando si ha ben mangiato, che non giova quello che si ha mangiato. (Alvise Cornaro, La vita sobria, UTET)
Il troppo e il troppo poco sono misure individuali
Possiamo imparare a valutare correttamente il nostro stato di sazietà se sviluppiamo la capacità di sentire ciò che ci accade dentro a livello fisico, mentale, ed emozionale.
Vale la pena anche di ricordare che gli alimenti, solidi e liquidi ingeriti, attraverso il processo digestivo forniscono all’organismo l’essenza nutritiva detta essenza acquisita, vale a dire il carburante necessario per tutte le attività di trasformazione, accrescimento e riparazione necessarie per la continuità della vita dell’organismo. Ne consegue, data la premessa, che la scelta e il consumo dei cibi presenti nell’alimentazione quotidiana non possono essere un fatto casuale o semplicemente basati sul “mangio ciò che soddisfa le mie papille gustative ed escludo ciò che non mi è comodo procurarmi o non mi piace”.
“La scelta di un cibo è spesso determinata dallo stimolo dell’ambiente in cui si compra, dalle manipolazioni della pubblicità e dai soldi a disposizione. E in un mondo di informazioni sovrabbondanti e di disinformazioni, è facile essere allontanati dalla propria saggezza corporea.” (Daverick Leggett)
È dimostrato che quando si incomincia a mangiare alimenti ricchi di grassi, come gelati, dolci, hamburger, salumi, etc.., diventa difficile smettere anche se si è sazi.
L’essere umano è capace di decidere in qualunque momento se e quando smettere di fare qualsiasi cosa, se lo vuole.
Può volerlo, se è consapevole dei propri comportamenti nocivi e può decidere d’impegnarsi a modificarli. Questo è particolarmente vero, naturale e facile se pratica la Consapevolezza, che lo rende capace di osservare da una qualche distanza i propri comportamenti e, ciò che è davvero importante, accettare quello che osserva senza giudicarlo. Solo da questo può iniziare una vera e profonda trasformazione anche nell’alimentarsi in modo appropriato ai propri bisogni nutrizionali.