Lo stress è sempre più diffuso: è una moderna epidemia
Lo stress è una condizione così comune da passare spesso inosservata e in altri casi sottovalutata: “è solo stress!” si pensa o si dice, a volte, anche in condizioni di perduranti disturbi o disagi.
Ci si abitua ai fattori che inducono lo stress, i cosiddetti agenti stressogeni – il dover fare tante cose di corsa, relazioni conflittuali o insoddisfacenti, lavori frustranti, solitudine, insicurezza del lavoro… – fino a considerare ‘normale’ il convivere con il disagio, sia esso fisico, mentale o emozionale e, sempre più spesso, spirituale (qui inteso come incapacità di dare un senso alla propria vita e di essere in relazione con il proprio mondo interiore).
Lo stress determina nel tempo, in modo via via più negativo, la qualità di vita delle persone e può sfociare in stati patologici di crescente gravità.
Non c’è chi non parli di stress oggi: esso è, infatti, esperienza comune di ogni essere umano, sia pure in varia forma e misura. Viene comunemente percepito come lo stato di tensione, psicologica prima e fisica poi, che si crea quando l’organismo risponde alle sollecitazioni crescenti provenienti dal mondo esterno. Esso può essere nella fattispecie l’ambiente di lavoro, la famiglia, la società, il clima. In alcuni la fonte primaria dello stress nasce dal mondo interiore, come bisogno interiorizzato di aderire a precisi standard di comportamento.
Taluni usano il termine stress per indicare l’usura connessa con gli aggiustamenti continui richiesti all’organismo nel processo di adattamento alla vita stessa. In tal senso lo stress potrebbe essere considerato la risposta fisiologica che permette all’organismo sollecitato di armonizzare se stesso con l’ambiente esterno e interno.
In senso stretto, invece, stress è un termine proprio delle scienze medico-biologiche; fu introdotto nel 1936 dal medico Hans Selye. Egli è considerato il padre della moderna teoria dello stress, intesa come quella condizione dell’essere vivente, che, in risposta a stimoli di natura diversa – fisica, mentale, emozionale – detti agenti stressogeni (o stressori), reagisce mettendo in atto, la cosiddetta ‘sindrome generale di adattamento 1.
Va notato che il modo in cui ognuno fa esperienza dello stress è in generale connessa a come il singolo individuo risponde a un evento e non all’evento in se stesso o alla sua intensità
Lo stress nasce in situazioni che si fatica a gestire e dipende molto da come l’individuo vede e valuta ciò che accade nella propria vita.
A livello psicologico, esso sorge quando si percepisce – consciamente o inconsciamente – una situazione come minacciosa rispetto al proprio equilibrio.
Per approfondire, leggi anche:
- Stress: la forma acuta, acuta episodica oppure cronica
- Stress cronico e patologie connesse
- Stress: le persone a più elevato rischio di incorrervi
- Agopuntura e stress
Note
1. Selye distinse la Sindrome Generale di Adattamento in tre fasi ancora oggi ritenute scientificamente valide:
- La prima fase, detta di ‘allarme’ e attivata dalla presenza dello stimolo ambientale (positivo o negativo), innesca la risposta primordiale alla sopravvivenza, sia a livello fisico (aumento della frequenza cardiaca, della pressione arteriosa, della glicemia, del tono muscolare, del metabolismo e di alcuni neurotrasmettitori), sia a livello psico-emotivo con l’aumento dello stato di allerta e di ‘tensione emotiva’ e a livello comportamentale ad esempio con reazioni muscolari di difesa.
- La seconda fase, detta di ‘resistenza’, mette in atto un complesso programma, sia biologico che comportamentale con l’attivazione di una risposta ormonale che ci aiuta a resistere a sostenere l’interazione con gli stimoli ambientali.
- La terza fase, detta di ‘esaurimento’, rappresenta, purtroppo, il fallimento dei tentativi attuati dai meccanismi difensivi per realizzare una risposta adeguata agli stimoli ambientali. Questa fase determina inconsapevoli alterazioni permanenti. L’organismo perde la capacità di adattarsi in modo funzionale agli stimoli ambientali, mantenendo una risposta ormai inadeguata che predispone allo sviluppo di malattie anche croniche, che possono interessare sia la sfera fisica che psicologica.