La popolazione cinese ricorre – o almeno così accadeva in passato – alle cure mediche solo quando falliscono i rimedi casalinghi, intesi come pratiche igieniche quotidiane.
L’incoraggiamento a questo comportamento viene dai medici stessi che, oltre a curare le malattie, educano alla conservazione della salute.
Sun Simiao (582-682) nel suo “Importanti ricette dai mille pezzi d’oro” (Qianjin yao fang) ha scritto: “Il medico deve conoscere a fondo la causa delle malattie. Sulla base di questa conoscenza, assegna una prima cura che è di ordine dietetico e, solo se questa risulta inefficace, prescrive le medicine”.
Nel Classico di Medicina Interna dell’Imperatore Giallo (Huangdi Nei jing Lingshu Suwen), testo di epoca Han (500 a. C.) si legge: “I medici saggi non trattano le persone già ammalate, ma istruiscono quelle sane su cosa fare per non ammalarsi. Somministrare medicine per curare malattie già conclamate è comparabile al comportamento di coloro che si mettono a scavare un pozzo dopo che gli è venuta sete o a quello di coloro che forgiano le armi quando la guerra è già stata dichiarata. Non è un pò tardi?”.
Confuciani e Taoisti hanno, in modo diverso, contribuito allo sviluppo dell’igiene e della medicina preventiva in Cina; gli uni e gli altri, infatti, hanno dato grande importanza alla conservazione della salute.
Ecco uno degli insegnamenti di Confucio: “Non devi recare danno al tuo corpo, neanche ai capelli o alla pelle, perché li hai ricevuti in dono da tuo padre e da tua madre”.
Il rispetto per il corpo viene tuttora considerato un dovere filiale, per cui qualunque danno venga arrecato, deliberatamente o per mancanza di attenzione, è considerato un atto grave e non scusabile.
Dal canto loro, i Taoisti, filosofi della natura, enfatizzarono per conseguire la conservazione della salute
– l’importanza di conoscere e di imitare l’ordine naturale;
– l’armonizzazione tra l’uomo e l’universo; essi sostenevano che sono questi i segreti per vivere sani e godere di una lunga vita.
Per raggiungere questo fine, il taoista si assoggettava a pratiche quotidiane, utilizzando tecniche respiratorie e ginniche, elioterapiche, sessuali, dietetiche, farmaceutiche e alchemiche, considerate capaci di preservare e accrescere l’energia vitale all’interno dell’essere umano.
Arrivarono a preparare elisir di lunga vita, ricorrendo a sostanze minerali (mercurio, oro, piombo), e ad assumere rimedi medicinali (ginseng, corna di cervo giovane…) e tessuti animali (organi genitali e cervello di animali per terapie d’organo, urine di bambini ad alto contenuto di ormoni, ad esempio).
Da queste procedure, talora anche ingenue o addirittura pericolose, di ricerca della salute, nel tempo derivò:
- lo sviluppo di una migliore conoscenza delle droghe naturali;
- l’evoluzione delle tecniche respiratorie e della ginnastica energetica – nota oggi con il nome di qi gong, le arti marziali e il massaggio;
- la strutturazione della dietetica preventiva e terapeutica e lo sviluppo delle basi teoriche della Medicina stessa.
Un altro importante fattore nella genesi di questa cultura della conservazione della salute fu l’interesse nutrito dagli antichi Imperatori (dinastia Zhou, 722 – a.C.) per il benessere della popolazione.
L’Imperatore veniva allora considerato anche per la sua funzione di intermediario tra il volere del Cielo e la popolazione; se la gente godeva di buona salute, le messi erano abbondanti e regnava la pace, tutto ciò veniva interpretato come segno di gradimento, da parte del Cielo, dell’operato dell’Imperatore.
Lo stato di salute del paese aveva importanti implicazioni sulla stabilità e la legittimazione delle dinastie; anche questo portò a far crescere la cultura della conservazione della salute, alla creazione di dipartimenti di salute pubblica, alla fondazione di scuole mediche, con regolamentazione degli esami e allo sviluppo di assistenza governativa ai disabili.