di Stefano Boeri
Stefano Boeri, architetto, urbanista e politico
Coronavirus: 7 Consigli per convivere con esso
Le riflessioni che vi propongo, sulla convivenza con il Coronavirus, non nascono da supposizioni ma da una semplice esperienza, quella di Yibo Xu, partner e Director del nostro studio in Cina e degli architetti che lavorano con noi, nella speranza che possano essere d’aiuto per tutti coloro che si trovano a vivere una situazione simile.
Abbiamo da anni uno studio di architettura a Shanghai. Da 20 giorni, gli architetti lavorano a casa, da remoto. Teatri, musei e cinema sono chiusi. Scuole e università chiuse. Aperti a rotazione alimentari e farmacie. Trasporti a frequenza ridotta. E da ieri la notizia – molto positiva – che a Shanghai non ci sono più nuovi infetti (oggi per il primo giorno lo studio ha riaperto, con le dovute precauzioni).
Non c’è nessuna morale da questa vicenda, ci mancherebbe, ma la semplice considerazione che ce la si può fare – se si seguono senza polemiche ed eccezioni le indicazioni delle istituzioni. E se si cerca di trasformare – è difficile, lo so bene – un problema gigantesco in una piccola opportunità, per sperimentare nuovi modi di lavorare e dedicare più tempo a cose che solitamente appena sfioriamo.
È innegabile – racconta Yibo Xu – che la prima cosa che faccio ogni giorno, appena sveglio, è prendere il mio cellulare e vedere le ultime notizie sull’epidemia da Coronavirus: dai quartieri circostanti a Shanghai, a Wuhan e poi a tutta la Cina. Ho iniziato a seguire anche i casi in Giappone, poi quelli in Corea alcuni giorni fa e ora quelli in Italia.
Vediamo aumentare il numero di persone infette, ci informiamo sui problemi derivati dall’epidemia, ci felicitiamo del coraggio e del grande amore che vediamo nei gesti di innumerevoli persone.
1. Controlliamo la quantità e i canali di informazione (sul Coronavirus)
Di fronte al disastro, le voci che girano sono ancora più terrificanti del virus.
Una conoscenza adeguata delle notizie sull’epidemia può aiutarci ad aumentare la consapevolezza nella protezione. Per esempio, bisogna indossare una maschera, lavarsi spesso le mani e raccomandare di indossare occhiali protettivi quando capita di trovarsi in luoghi molto affollati. Tutte misure applicate in questo mese in Cina per proteggersi dal rischio infezione. Ottenere le informazioni giuste, credere nella scienza e credere nella professionalità dei medici e degli amministratori è condizione necessaria per avere uno sguardo vigile. Bisogna essere responsabili di noi stessi, delle nostre famiglie e della nostra società.
2. Continuiamo a comunicare con le persone
Oltre a chattare con familiari e amici, bisogna anche condividere informazioni e sentimenti. Chiacchierare anche con amici da varie parti del mondo, giapponesi, coreani, thailandesi, cambogiani, vietnamiti, italiani, mediorientali. Gli amici, anche quelli incontrati solo per lavoro, si possono avvicinare ancora di più l’un l’altro attraverso le chat e si possono incoraggiare a vicenda. Trasformare il panico personale e il dolore in una cura e parlare con gli altri può aiutare ad alleviare le sensazioni di paura e isolamento.
3. Non lasciamo spazio al senso di colpa
Credo che molte persone siano turbate dalla propria impotenza in una situazione epidemica. Un amico mi ha detto che aveva molto lavoro da fare, ma non riusciva a liberarsi del pensiero di “a che serve farlo?”. In effetti, per la maggior parte delle persone, ciò che possiamo fare al momento è mantenere la nostra salute fisica e mentale e garantire che la nostra vita e il nostro lavoro proseguano correttamente. Bisogna capire che stare in casa è il maggior contributo che si può dare alla campagna contro il diffondersi del virus.
4. Poniamoci alcuni piccoli obiettivi extra lavorativi che possano essere raggiunti in un breve periodo di tempo
Finire un libro, imparare nuovi mestieri, studiare e appassionarsi a un nuovo lavoro, guardare una serie tv o un film di qualità: in questo modo mentre distolgo l’attenzione dall’epidemia, riesco anche a riceve degli spunti intellettuali e psicologici positivi. Durante l’epidemia c’è bisogno di continuare a vivere le proprie vite.
5. Non dimentichiamo le buone maniere
Se in ufficio tutti si vestono bene, a casa spesso questa abitudine scompare. Nell’ultimo mese, la Cina ha stabilito alcune regole di comportamento: durante le videoconferenze non stare seduti sul water, non stare sdraiati sul letto, non indossare il pigiama, possibilmente lavarsi i capelli. Non è uno scherzo, il suono dello scarico della toilette si è sentito in molte teleconferenze. Avere un aspetto formale e professionale, rappresenta il più alto livello di rispetto verso gli altri. Per esempio, ci si può truccare anche aiutati da un software: mia moglie è una docente universitaria e da un mese tutte le sue lezioni vengono effettuate attraverso Internet. Insomma: il software che utilizziamo può avere anche funzioni glamour! In questo periodo, la gestione delle emoticon può diventare più importante della potenza del tuo Power Point.
6. Creiamoci in casa un’area di lavoro autonoma dalla vita familiare