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Home » La Medicina Cinese » Qi gong: quando la pratica è sconsigliata
Qi gong: quando la pratica è sconsigliata
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Qi gong: quando la pratica è sconsigliata

27 Novembre 2008

Qi gong: quando la pratica è sconsigliata

In alcuni casi la pratica del qi gong è controproducente o addirittura dannosa.

È importante conoscere quali sono queste condizioni sfavorevoli per evitarle.

  • Condizioni climatiche sfavorevoli

    Durante la pratica del qi gong, grazie all’attivazione della circolazione dell’energia, i pori della pelle tendono ad aprirsi al fine di favorire una lieve traspirazione e mantenere la termoregolazione.  Questa situazione, però, può rivelarsi favorevole alla  penetrazione nello strato superficiale del corpo di fattori climatici, dotati di particolare aggressività, i quali, superata la barriera protettiva della pelle, si  rivelano patogeni. Particolarmente temibile, oltre al Vento, al Freddo e al Calore, è anche l’Umidità che accompagna la pioggia o la presenza di fulmini e tuoni, che creano campi elettrici dotati di forte capacità di penetrare nel corpo. Secondo la Medicina Cinese, i sei fattori climatici naturali – Vento, Calore/Fuoco, Freddo, Umidità e Secchezza – quando si manifestano in modo estremo possono divenire ‘perversi’ ed essere causa di malattia. Tra questi il più temibile è il Vento, perché può associarsi variamente agli altri e divenirne vettore.

  • L’essere affamati o troppo sazi

    Uno degli effetti fisiologici del qi gong riscontrabile se si pratica efficacemente, è quello dell’attivazione della peristalsi intestinale, che si traduce in una più efficace risalita del ‘qi puro'(essenza degli alimenti che andrà a nutrire il corpo) e discesa del ‘qi impuro’ (scarti che devono essere eliminati).
    A digiuno si può essere disturbati dall’accentuazione marcata dei movimenti peristaltici dell’intestino. È sconsigliato anche  praticare subito dopo aver mangiato, perché, essendo il diaframma spinto in alto dallo stomaco pieno, la respirazione può essere disturbata.

  • Affaticamento e vita sedentaria

    Se si è molto stanchi si corre il rischio, se si pratica una forma di qi gong statico, di addormentarsi; mentre, se si pratica una forma dinamica, di indurre con l’attivazione fisiologica della circolazione dell’energia  un effetto disperdente, che può provocare la sensazione di essere ancora più stanchi.
    Se invece la sensazione di stanchezza è solo conseguenza di immobilità e di vita sedentaria, la migliorata circolazione dell’energia e del sangue, che accompagna il qi gong, si tradurrà in una sensazione di rinnovata vitalità.

  • Turbamento emozionale

    Per praticare con successo è indispensabile raggiungere lo stato di quiete del Cuore, che dà dimora alla mente/spirito.
    Se si è in uno stato emozionale di grande intensità, qualunque sia l’emozione presente, è bene posporre il momento della pratica, fino al ritorno di uno stato di equilibrio emotivo. Anche l’ansietà che nasce dall’essere di fretta è una indicazione a posporre la pratica a un momento di maggiore calma.

  • Malattia e convalescenza

    È meglio astenersi dalla pratica se si è disturbati da una situazione patologica acuta, come uno stato febbrile, presenza di diarrea, o un brutto raffreddore. Il riposo in questi casi è auspicabile per favorire la guarigione. In caso di convalescenza o di patologie croniche è bene imparare ad adattare la qualità e l’intensità della pratica del qi gong  alle proprie necessità.

27 Novembre 2008
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