La Città ideale, conservata alla Galleria Nazionale delle Marche ad Urbino
Dopo la pandemia è auspicabile che possa sorgere un Nuovo Rinascimento.
Il quadro della Città ideale è per antonomasia il simbolo, se non addirittura l’iconografia, del Rinascimento italiano. Oggi, nei primi mesi del 2020, le piazze delle grandi città del mondo sono state vuote e spaziose e molto assomigliano alla Città ideale.
La cultura rinascimentale pose al centro dei suoi interessi l’uomo e il suo agire razionale. Il Nuovo Rinascimento dovrebbe porre al centro della sua attenzione:
- Una economia a misura d’uomo e d’ambiente, come enunciato nel manifesto di Assisi. «Sappiamo di non essere in grado di cambiare il mondo – dice padre Gambetti – . Ma ciascuno di noi sa che può cambiare il suo “piccolo mondo” e offrire un contributo per imprimere una grande svolta al corso della storia, realizzando il sogno di un’economia a misura di un umanesimo fraterno, che rispetta, nutre e custodisce».
Il world economic Forum ha decretato: “Nel 2020 +76% di attacchi informatici. Ma cambiamenti climatici primo rischio globale” - Pensare e sentire la vita come un flusso di energia in continua trasformazione, che richiede l’attenzione e la presa in carico del singolo e della comunità. La rapidità e la pervasività della pandemia hanno obbligato ciascuno a confrontarsi con la propria fragilità individuale. “Possiamo diventare più prudenti, forse più teneri, e in questo modo anche più durevoli, resistenti. La vita è sopravvivenza permanente”, dice la psicoanalista Julia Kristeva.
- Ricordare che la salute di tutti è un bene comune e globale. Oggi la pandemia da Covid-19 ci mostra come la salute ha tutte le caratteristiche di un bene comune e di un bene comune globale, come scrive Vittorio Pelligra “Nel contesto della società globalizzata nella quale oggi viviamo, le soluzioni tradizionali mostrano i loro limiti perché si sta trasformando la natura stessa dei beni comuni, i più importanti dei quali hanno assunto una dimensione globale”.
- Il futuro che ci aspetta sarà diverso dal passato che ci lasciamo alle spalle e richiederà tutta la nostra attenzione e impegno a viverlo così come si presenta senza rimpianto del passato.
“Questa crisi dovrebbe aprire i nostri spiriti all’essenziale. Essi sono da troppo tempo confinati sull’immediato, il secondario, il frivolo” (Edgar Morin). “Non guardare al passato con rabbia. Non si può cambiare ciò che è successo, bisogna farci pace. E prima lo si fa meglio è” (Mario Calabresi) - Rimanere bloccati nell’elaborazione mai finita delle emozioni negative (rabbia e risentimento, frustrazione, rimpianto, tristezza, paura) ci renderebbe impotenti e potrebbe creare grossi problemi di salute individuali e sociali.