L’attività fisica è indispensabile per rimanere in salute in ogni età della vita.
Il movimento è utile sempre, in ogni età della vita, perché migliora la forza fisica e permette di disporre di più energia; giova all’equilibrio psicofisico; aiuta a prevenire o ritardare le malattie cardiocircolatorie, metaboliche e tumorali; tiene alto il morale e riduce la depressione.
È noto da sempre, e la moderna ricerca scientifica lo conferma, che muoversi, facendo ginnastica, praticando sport, conducendo una vita attiva è una vera e propria assicurazione sulla vita. Riportiamo qui di seguito il risultato di alcune ricerche scientifiche.
Attività fisica e osteoporosi
Uno studio longitudinale, condotto su un vasto numero di persone e condotto in Svezia, è giunto alla conclusione che l’esercizio fisico regolare riduce il rischio di fratture da osteoporosi negli uomini anziani. Lo studio venne intrapreso su un gruppo di 2.205 uomini di età compresa tra 49 e 51 anni e venne portato avanti per un periodo di 35 anni. I partecipanti vennero suddivisi in tre categorie: quelli con uno stile di vita sedentario (scarsa attività fisica), quelli che svolgevano una media attività, camminando e andando in bicicletta e quelli che praticavano sport vari per almeno tre ore alla settimana (elevata attività fisica). Nel corso dei 35 anni, 428 uomini ebbero almeno una frattura e 134 incorsero nella frattura di un’anca. Si osservarono differenze significative tra i tre gruppi: il 20% degli appartenenti a quello con scarsa attività fisica subirono una frattura, rispetto al 13% di quelli che svolgevano un’attività fisica media e all’8% di quelli che ne svolgevano una elevata. I ricercatori sono giunti alla conclusione che praticare una attività fisica riduce il rischio di fratture da riduzione della massa ossea (osteoporosi) nell’uomo e hanno calcolato che un terzo delle fratture potrebbe essere prevenuta attraverso la pratica regolare di uno sport.
(Attività fisica e rischio di fratture nell’uomo. PLoS Med. 2007;4(6):e199)
L’attività fisica riduce il rischio di morbo di Parkinson
Una nuova analisi dei dati derivanti da un ampio studio ha dimostrato che il rischio di morbo di Parkinson è minore se si pratica attività fisica, di entità da moderata a intensa. I ricercatori di Harvard hanno seguito dal 1992 al 2001, in modo prospettico, più di 143.000 persone con un’età media di 63 anni all’inizio dello studio. Il grado di attività fisica svolta fu valutata all’inizio dello studio in base al numero di ore spese settimanalmente per svolgere un attività fisica leggera, media o intensa. Durante il follow-up vennero riscontrati tra tutti i partecipanti 413 casi di malattia di Parkinson. Le persone impegnate nell’attività fisica più intensa (5-6 ore settimanali di attività aerobica o 3-4 ore settimanali di nuoto) ebbero una riduzione del rischio di contrarre il morbo di Parkinson inferiore del 40% rispetto a chi svolgeva una attività fisica lieve o moderata.
(American Accademy of Neurology 59th Annual Meeting: Abstract SO3.006)
L’attività fisica previene il raffreddore comune
In uno studio sulla influenza della attività fisica sulla incidenza del raffreddore comune, 115 donne in menopausa, in sovrappeso e con stile di vita sedentario furono suddivise in due gruppi. Le appartenenti al primo gruppo si sottoposero a 45 minuti di attività fisica – soprattutto camminare – cinque volte alla settimana; le appartenenti al gruppo di controllo praticarono una sessione di streching alla settimana per la durata di 45 minuti. Negli ultimi tre mesi dello studio, durato un anno, nel gruppo di controllo l’incidenza di comparsa della malattia da raffreddamento fu tre volte superiore a quello del primo gruppo.
(L’attività fisica di moderata intensità riduce l’incidenza del raffreddore nelle donne in menopausa. American Journal of Medicine. 119:11; 937-9429)
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