Il microbioma, che influenza molto il sistema immunitario e la salute, che cos’è?
Il microbioma è sempre più al centro dell’attenzione degli scienziati, che lo definiscono così: “l’insieme dei geni di microbi e batteri che vivono dentro e sopra il corpo umano. Sono evoluti a ritmo veloce insieme all’essere umano e ne determinano il benessere e la malattia.”
Per approfondire il ruolo di questi batteri un gruppo di ricercatori del MIT (Massachutts Institute of Technology), guidati dal professore associato Eric Alm ha monitorato per un anno le fluttuazioni delle popolazioni batteriche di due persone. I risultati descritti nel numero del 25 luglio del giornale Genome Biology, suggerisce che queste popolazioni sono piuttosto stabili, soggette a fluttuazioni quotidiane in risposta a cambiamenti nella dieta e altri fattori. […]
Ci sono poche migliaia di varietà di batteri che possono insediarsi nell’intestino umano, ma solo poche centinaia di queste sono presenti in tutti. Per un anno i due partecipanti allo studio raccolsero quotidianamente un campione delle feci al fine di misurarla varietà dei ceppi della popolazione batterica contenuta. Essi usarono anche una applicazione di iPhone per monitorare fattori dello stile di vita come alimentazione, umore, e attività fisica,generando una enorme quantità di dati.
L’alimentazione influenza la qualità del microbioma
L’analisi di questi dati ha rivelato che le modificazioni nella dieta può produrre variazioni quotidiane dei differenti ceppi di batteri. Per esempio, un aumento di fibra è correlata con un aumento nella popolazione di Bifidobacteria, Roseburia, and Eubacterium rectale. I quattro ceppi – incluso il Faecalibacterium prausnitzii, sono implicati nella protezione delle malattie infiammatorie intestinali, sono in relazione con il mangiare agrumi.
Nel corso dello studio, ognuna delle due persone sperimentò un evento che drammaticamente alterò il microbioma intestinale. Il Soggetto B incorse una intossicazione alimentare causata da Salmonella, e il Soggetto A viaggiando in una nazione in via di sviluppo soffrì di diarrea per due settimane.
Nel corso dell’infezione del Soggetto B, la Salmonella finì con il rappresentare dal 10 al 30 percento del microbioma. Contemporaneamente il phylum Firmicutes considerato benefico per la salute umana quasi scomparve. A guarigione avvenuta il Firmicutes tornò a crescere fino a circa il 40 percento del micro bioma totale, ma la maggior parte dei ceppi erano diversi da quelli originariamente presenti.
Anche il soggetto A mostrò di avere grandi modifiche del proprio microbioma durante il viaggio, ma ritornato negli Stati Uniti, esso ritornò alla normalità.
I ricercatori ora progettano di indagare sul perché i la popolazione del microbioma ritorna a un valore medio, specifico dell’organismo ospite, dopo le oscillazioni in giù e in su. Inoltre si propongono di studiare come il sistema immunitario risponde ai cambiamenti del microbioma, misurando i cambiamenti quotidiani della concentrazione delle citochine e degli ormoni. Per facilitare l’esecuzione di questi studi di follow-up, contano di ricorrere a sensori indossabili che dovrebbero raccogliere la maggior parte dei dati necessari con minore fatica per i partecipanti agli studi.
L’obiettivo ultimo, ha detto Alm, è quello di ottenere dati dai singoli pazienti che possano essere analizzati per produrre un sistema di monitoraggio per le persone che soffrono di malattie infiammatorie intestinali o di altre malattie soggette a occasionali riacutizzazioni. Questo sistema potrebbe individuare quando qualcuno sta per ammalare e indicare i cambiamenti dietetici utili ad evitarlo.
(MIT News – Monitoring the rise and fall of the microbiome)