Alimenti troppo saporiti creano dipendenza
Sono state messe in luce le somiglianze, al tempo stesso allarmanti e sorprendenti, che esistono tra la dipendenza da cocaina e il desiderio incontenibile di mangiarne di più scatenato da certi alimenti: sono i cosiddetti junk food, cibi di scarsa qualità, già pronti o facili da preparare.
Lo studio è stato condotto dal neuro-psico-farmacologo Paul J. Kenny e da Paul M. Johnson dello Scripps Research Institute e pubblicato sul giornale Nature Neuroscience, su due gruppi di ratti:
- un gruppo nutrito con una dieta bilanciata
- un altro gruppo, oltre ad essere alimentato con cibi sani poteva accedere ad alimenti saporiti, ricchi di calorie e snacks vari
Questi ultimi rapidamente svilupparono una preferenza per i cibi fortemente calorici, che creano dipendenza. Quando venne dato loro la possibilità di accedervi quando ne avevano voglia, cominciarono a mangiarne tutto il tempo. Nel giro di 40 giorni, il peso corporeo dei ratti del secondo gruppo crebbe del 25%.
Oltre ad aumentare di peso, i ratti mostrarono di avere nei loro cervelli modifiche simili a quelle da da dipendenza a droghe (cocaina ed eroina) osservate nel cervello umano.
In particolare venne osservato un livello alterato dei recettori cerebrali D2 che rispondono alla dopamina, la sostanza chimica rilasciata nel cervello a seguito di esperienze piacevoli, come accade con il sesso e le droghe.
Più i ratti mangiavano alimenti appetitosi e ricchi più il centro cerebrale del piacere veniva stimolato; questo è ciò che accade a chi diviene dipendente dalle droghe.
“Il corpo si adatta proprio bene al cambiamento – e questo è il problema”, ha detto Kenny. “Quando l’animale iperstimola i sui centri cerebrali del piacere con cibi molto appetitosi, il sistema si adatta riducendo la propria attività. Per questo, l’animale richiede uno stimolo costante mediante cibi appetitosi per evitare di entrare in uno stato di assenza di piacere.”
I ricercatori hanno trovato che i recettori D2 per la dopamina erano significativamente ridotti nel cervello degli animali obesi, proprio come accade negli esseri umani dipendenti da droghe. Per cui, dal momento che i centri del piacere cerebrale divengono meno sensibili, i ratti dello studio mangiano senza sosta, mossi dallo stato di dipendenza.
I ricercatori vollero indagare su cosa sarebbe accaduto smettendo di nutrire i ratti con questi alimenti insalubri. Ripresero a nutrirli esclusivamente con una dieta bilanciata e accadde che a quel punto i ratti si rifiutarono di mangiare per due settimane.
I ricercatori affermano che il loro è il primo studio che supporta l’idea che l’uso smodato di alimenti insalubri (dal forte sapore e ricchi di grassi, l’opposto dell’alimentazione ‘leggera e moderata – qing dan ‘ può divenire un’abitudine e che gli stessi cambiamenti indotti nel cervello nelle dipendenze da droghe possono verificarsi si avverte un desiderio impellente di questi cibi spazzatura, detti in inglese junk food.