Una poesia di Shuntarō Tanikawa
Vivere,
vivere oggi, significa
sentirsi assetati,
essere abbagliati dal sole che filtra tra le foglie degli alberi,
ricordare all’improvviso una melodia,
starnutire,
prendersi per mano con te.
Vivere,
vivere oggi, significa
minigonne,
planetari,
Johann Strauss,
Picasso,
le Alpi,
incontrare ogni sorta di meraviglie,
e
rifiutare con cura il male nascosto.
Vivere,
vivere oggi, significa
poter piangere,
poter ridere,
potersi arrabbiare,
essere liberi.
Vivere,
vivere oggi, significa
oggi un cane sta abbaiando in un luogo lontano,
oggi la Terra sta girando,
oggi da qualche parte il primo vagito di un neonato si solleva,
oggi da qualche parte un soldato è ferito,
oggi uno swing sta dando il ritmo,
oggi “oggi” sta passando.
Vivere,
vivere oggi, significa
un uccello sbatte le sue ali,
il mare rimbomba,
una lumaca striscia,
la gente ama,
il calore delle tue mani,
la vita stessa.
Poeti giapponesi (Einaudi, 2020), a cura di M. T. Orsi e A. Clementi degli Albizzi
Le farfalle non fanno la guerra alle farfalle.
I pesci rossi non fanno la guerra ai pesci rossi.
Le balene non fanno la guerra alle balene.
Passeri e gabbiani non fanno la guerra.
Violette e girasoli non fanno la guerra.
Pini e querce non fanno la guerra.
I bambini non fanno la guerra ai bambini.
Combattono, ma non vanno in guerra.
Gli adulti sono quelli che vanno in guerra.
Per proteggere i loro paesi…
Per proteggere i loro bambini…
Ma se vanno in guerra, saranno uccisi.
Bambini nemici saranno uccisi.
Bambini alleati saranno uccisi.
Persone saranno uccise da altre persone.
Saranno uccise prima di morire.
Riso e pane non vanno in guerra.
Vino e sake non vanno la guerra.
Mari e fiumi non vanno in guerra.
La luna e le stelle non vanno in guerra.
Quando arriva l’estate
le cicale
riprendono a cantare.
I fuochi d’artificio
si congelano
nella mia memoria.
I paesi lontani sono offuscati
ma l’universo
è proprio davanti al tuo naso.
Che benedizione
che la gente
possa morire
lasciandosi alle spalle
la sola congiunzione
“e”.
(da “Map of days”, traduzione in lingua inglese di Harold Wright, Katydid Books, 1997; traduzione in lingua italiana di Giovanni Ibello)