Dal guardare al vedere
“Noi guardiamo molto: guardiamo attraverso lenti, telescopi, televisione… Il nostro guardare viene perfezionato ogni giorno – ma vediamo sempre di meno.
Mai come oggi è più importante parlare che vedere… Noi siamo spettatori, guardiamo passivamente… Siamo ‘soggetti’ che guardano oggetti’. Applichiamo rapidamente etichette su ogni cosa; etichette, applicate una volta e per sempre. Attraverso queste etichette riconosciamo ogni cosa ma non vediamo più niente”. (Frederick Frank, The zen of seeing).
Di tutti i sensi, quello della vista è il più estrovertito.
La nostra visione delle cose è oscurata dalla nostra mente, per cui tendiamo a vedere ciò che vogliamo vedere – o meglio quello che la nostra mente ci condiziona a vedere – e non ciò che davvero è dinanzi ai nostri occhi. È necessario un buon allenamento per vedere oltre l’apparenza delle cose.
L’importanza di imparare a vedere oltre il filtro della mente, apre porte impensabili e trasforma la nostra percezione della vita:
“Il paradiso, per lo Zen, è accessibile qui e ora, perché esso è il nostro mondo di ogni giorno, ma percepito con occhio risvegliato”. (Frederick Frank)
Vedere con occhi risvegliati è possibile per ognuno attraverso l’espansione dello spazio della consapevolezza, fino a trascendere il dualismo della mente egoica.
Ciò accade quando, attraverso la pratica della consapevolezza si impara a conoscere profondamente se stessi (pensieri, emozioni, sensazioni), a scoprire la propria natura vera e la non esistenza della realtà creata dall’ego.